Noi ultimi romantici…


CUCS ROMA 1977

…Se dopo trentatré anni trecentossessantaquattro giorni più di cento persone hanno voglia di riunirsi dietro uno striscione, una pizza e molti ricordi vuol dire che il semino piantato in un freddo Roma Sampdoria non solo è germogliato ma è diventato foresta.
Se gli amori finiscono, la politica delude, la realizzazione nel lavoro è un privilegio per pochi e l’amore per la squadra del cuore e l’amicizia tra chi per quella squadra è andato oltre hanno resistito significa che quella foresta deve essere abbattuta.
L’animo umano è marcio e per questo deve combattere la felicità e la serenità altrui, non esisterebbero se no l’uomo nero e mille altri mostri delle favole che altro non sono che le proiezioni dell’invidia che alberga in troppi.
Il calcio, un tempo, era oasi dal brutto, non nascondeva i problemi, a volte, anzi, li amplificava, ma anestetizzava, e univa.
Era oppio positivo, la gente aveva bisogno di svegliarsi la mattina con le farfalle nello stomaco, prendere la sciarpa e la tessera (vade retro ticket), avere l’appuntamento con qualcuno con cui non necessariamente dovevi parlare perchè nervoso quanto te, andare verso un punto ben definito e vedere intorno tanti come te dirigersi verso la stessa meta, con lo stesso sguardo fiero, la stessa rabbia, lo stesso nervosismo. E poi mangiare un panino insieme e urlare a squarciagola, essere orgogliosi se il risultato ti permetteva di far vincere la tua squadra, di surclassare la tifoseria avversaria. Tifo, dunque sono. Faccio parte di una comunità dunque sono. Interagisco, dunque sono. A casa, a scuola, al lavoro non sempre è possibile. Ecco perciò che scadendo la società sempre più verso la stupidità, il malaffare, la repressione, l’annullamento di qualsiasi forma di ideologia e di pensiero, lo stadio come luogo aggregante diventa pericoloso.
La gente per prima cosa deve avere paura, di tutto. Poi deve rinchiudersi in casa, avendo tutto, però, a portata di mano. Divertimento, sesso, amici, comodità….non importa se virtuali (Orwell e Dick c’erano arrivati vent’anni fa).
Ovvio poi che quando avviene il contatto di questi pseudomostri creati in laboratorio con l’esterno avviene l’irreparabile. Si ama come in un videogioco, pretendendo e usando come in esso. Se va male, pazienza, si elimina e si inizia una nuova partita. Si guida come in un videogioco, non curandosi degli altri. Lo scopo è accumulare crediti, nel gioco come nella vita, e il risultato è una generazione spaccata a metà tra avidi senza scrupoli e depressi cronici.
Ma ci sono delle oasi nate tanto tempo fa, ovunque, che sopravvivono. Io faccio parte di una di essa, qualcuno purtroppo non c’è più ma il loro ricordo è vivo tra noi, con un coro e un applauso abbiamo ricordato gli ultimi che hanno preferito seguire questo campionato dall’alto: Fausto, Coca cola, Robertino.
Negli anni nuovi ragazzi incuriositi hanno iniziato ad affacciarsi in questa comunità e sono rimasti catturati da un vortice di emozioni, curiosità, ricordi, perplessità, idee e le hanno condivise…..altri, invece, sono scappati inorriditi quando si sono accorti che non c’era guadagno, il protagonismo veniva in secondo piano rispetto al concetto di gruppo. Infatti l’unica cosa importante è che chi rimane, pensi. Viva il concetto di gruppo non come annullamento di idee ma di confronto di esse e scontro. Che non si fermi davanti alle prime, odiosissime barriere fisiche e mentali che la società oppone.
Dietro la pizza iniziata ad essere impastata 34 anni fa ci siamo rivisti, le rughe come segni di vita vissuta, sguardo accondiscendente ma fiero, le nuove leve a fare casino cercando di recuperare il gap. Cori di un tempo, con la Roma nel cuore, countdown in attesa della fatidica mezzanotte del 9 gennaio. Sarebbe stato bello a quel punto partire per Genova con lo striscione ultrà roma da trasferta presente in molti racconti della serata. I più giovani (di fisico e d’animo) l’hanno fatto, chapeau.
Troppa nostalgia, sicuramente, soprattutto per la gioventù perduta, per la gran parte la vita ha preso altre strade disseminate di problemi quotidiani, pensavamo che nulla e nessuno poteva fermarci. Infatti nessuno ci ha fermati perchè siamo come il vento, e nessuno può fermare il vento
Grazie Fabio, Vittoria e Udine per l’organizzazione e l’abbraccio ideologico per un’ ultima Aida a tutti gli altri.
È la Storia, non colui che la racconta.
Commando Ultrà Curva Sud

per te vecchio cucs…

 

COLLETTIVO AUTONOMO VIOLA

…1978 significa Collettivo Autonomo Viola. 1978 significa un’epoca in cui i valori dell’essere ultras rappresentavano una sfida ed una volontà decisa di essere contro, di essere un passo avanti a tutti, di anteporre la fede ai propri interessi e vivere sette giorni su sette da guerrieri. 1978 significa aver coniato un nome che è solo il nostro, che non teme imitazioni e che combatte contro tutto e tutti per la gloria di un amore che non conoscerà mai sconfitte. La fede nella Grande Fiorentina, la passione per Firenze la “miglior città” del mondo.

1978 significa ritornare a quelle foto sbiadite, in bianco e nero, popolate di ultras in mimetica e basco viola, fumoni a barattolo e sciarponi di lana grezza. 1978 significa andare in corteo a Bologna o a San Siro senza scorta, sfilando per le vie del centro assiepati dietro a quel telo di stoffa viola con l’effigie dell’Indiano come unico vanto e gloria. 1978 significa il Pompa che va a riprendersi da solo lo striscione in mezzo alla Fossa dei Leoni del Milan. 1978 significa la pioggia di coriandoli e di cartate che sommergevano i gradoni sotto la collina in un tripudio di bandieroni viola. 1978 significa il primo bandierone copricurva del mondo, significa dedicare la propria curva ed un’intera coreografia al Capitano, Antonio, l’immortale, l’unico numero dieci. 1978 significa trascorrere mesi come topi d’archivio, studiare cartoline e fotografie, riprodurre in scala i nostri monumenti e disegnarli con ventimila cartoncini lasciando il mondo intero a bocca aperta ad ammirarci. 1978 vuol dire diecimila cuori che palpitano all’unisono. 1978 vuol dire la Curva Fiesole, la più bella curva del mondo, senza smentite, senza pubblicità gratuita. 1978 vuol dire essere diffidati, pedinati, braccati solo per aver difeso il proprio amore. 1978 vuol dire solidarietà e ricordo di chi, per la Fiorentina o per la vita, ha subito un dramma o un sopruso. 1978 significa il rispetto e la stima che anche i nemici, quelli veri, quelli leali, quelli che sanno il valore della parola ultras, ci hanno sempre riconosciuto. Nei momenti in cui dominavamo l’Italia e il mondo e quando siamo precipitati nell’Inferno. 1978 significa riconoscere le proprie sconfitte e non celebrare le proprie, innumerevoli vittorie, perché così è la norma. 1978 significa evitare gli errori commessi e cercare di essere sempre all’altezza di un mito che non vedrà mai la fine. 1978 significa il sacrificio di affetti, donne, svago, ore di sonno, migliaia di quattrini, mesi di libertà. 1978 significa prendere le botte, darle e non arretrare di un metro. 1978 significa che questo pezzo di stoffa va difeso in ogni modo, ad ogni costo, contro chiunque. Avversari o divise blu che siano. 1978 significa che tutti i giocatori che hanno vestito questa gloriosa casacca, dopo ogni gol, dopo ogni trionfo, dopo ogni amarezza, dopo ogni lacrima si voltavano verso di noi sapendo che NOI SIAMO FIRENZE! 1978 sono le lacrime di quelli che ci hanno lasciato contro voglia e che ci porteranno per sempre nel loro cuore, arido, di professionisti del pallone. 1978 significa la goliardia, l’ironia tagliente, lo sberleffo che solo Firenze sa regalare indifferentemente che il momento sia di gioia o di dolorosa sconfitta. 1978 è il boato che si alza irrefrenabile per 90’ e più e sostiene sempre e comunque la sua idea, la sua passione, la sua forza. 1978 è la fede nel cuore ed il coraggio nella lotta. 1978 vuol dire rispetto per chi ci ha sempre dimostrato amicizia e lealtà, i nostri fratelli gemellati ai quali mai volteremo le spalle come tanto di moda va oggigiorno. 1978 vuol dire rispetto per chi ci ha sempre dimostrato odio e lealtà, come i nostri più acerrimi nemici ai quali mai volteremo le spalle nella fuga come tanto di moda oggigiorno. 1978 vuol dire non cedere al fascino di tante infatuazioni e mode passeggere, ma rimanere fedeli a se stessi attraverso gli anni. 1978 vuol dire inventare nuovi modi di fare il tifo e sostenere la squadra, vuol dire essere un modello da imitare, una stella da seguire. 1978 vuol dire lasciare vuota la nostra curva, con la morte nel cuore, pur di veder finire l’osceno spettacolo di chi ci ha trascinato nel baratro. 1978 vuol dire difendere sempre e comunque la nostra città contro chi osa infamarci e deriderci e contro chi crede di poter venire a Firenze a fare i propri comodi. 1978 significa i volti, gli occhi, i sorrisi di migliaia di ragazzi che si sono conosciuti, sono cresciuti, sono diventati uomini, si sono amati, si sono scontrati, si sono abbracciati piangendo per un gol alla Juve o per una retrocessione immeritata. 1978 vuol dire il sorriso di chi non è più con noi, ma che diventata una stella in cielo ci guida ogni domenica da lassù. 1978 significa i bimbi che ora vanno in curva con i genitori e guardando lo striscione con l’Indiano sognano e si innamorano. 1978 significa un gruppo di amici con la viola nel cuore, oltre gli steccati della classe sociale di appartenenza e delle divisioni politiche. 1978 significa aver lasciato la politica, i politicanti e gli arraffoni da stadio fuori dai cancelli della curva Fiesole. Un’unica fede, un unico obbiettivo: la Fiorentina. 1978 significa Barcellona, Londra, Kiev, Spalato, Roma, Milano, Torino, Napoli, il mondo intero messo a tacere. 1978 significa Licata, Palermo, Cosenza, Salerno, Castel di Sangro, Imola o Cesena affrontate con lo stesso orgoglio e con la stessa determinazione sapendo che noi siamo Firenze.

1978 vuol dire una fede che non conosce sconfitte ed una dignità, un orgoglio senza compromessi. 1978 vuol dire ribellarsi alle ingiustizie e non piegare mai il capo. 1978 vuol dire non curarsi di nessuno e andare avanti per la nostra strada, contro il Palazzo, contro l’arroganza, contro le ingiustizie. 1978 vuol dire rialzarsi in piedi e ricominciare a lottare, come se fosse sempre la prima volta.  Indomiti guerrieri, leoni nel nome di Firenze: “…si innalzi l’effigie dell’Indiano, eterno emblema del Collettivo…1978-2003 ANCORA PIU’ GRANDI, ANCORA PIU’ FIERI! “

GRAZIE A TUTTI VOI CHE CI SIETE SEMPRE, GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE C’ERANO E NON CI SONO PIU’, PER AVER CREATO UN GRANDE MITO: IL COLLETTIVO AUTONOMO VIOLA 1978.

DEDICATO A TUCANO E TUTTI GLI ALTRI.

Tucano non sorride più in Fiesole. E come lui tanti altri ancora. Tucano se ne è andato in cielo, e come lui tanti altri ancora. Tucano viene sempre in curva con noi. Sullo striscione. E come lui, tanti altri ancora.

Pubblicato su Ultras. 31 Comments »

31 Risposte to “Noi ultimi romantici…”

  1. aesernia Says:

    Trovo che queste due riflessioni siano di una profondita’ e di una lucidità assoluta.
    E’ vero, è parte della tua vita…è la tu vita!
    Keep the faith

  2. ribelle di provincia Says:

    sto chiedendo preventivo per far fare sciarpe fans clan 1990 popular chi vuolpartecipare si faccia avanti.

  3. goran Says:

    ma porca troia io scrivo delle cosette giusto per ricordare il passato e qualcuno fa il copia ed incolla sul muro cb?? mi avete rotto le palle finitela un poco grazie. domanda A COSA CAZZO SERVE FARE IL COPIA ED INCOLLA PER FAR LEGGERE I MIEI , E DI TANTI ALTRI, RICORDI? LE OPIINIONI PERSONALI SIA DI RICORDI PASSATI CHE DI PARERI SU ALTRI ERANO RIFLESSIONI MIE. MI ANDAVA CHE LE LEGGEVATE VOI NON ALTRI .
    SEMPRE A CERCARE LE RISPOSTE DEGLI ALTRI STATE , OGNUNO FA’ LA SUA STORIA SUI GRADONI A MODO SUO.
    NON VI AZZARDATE PIU’ A SCRIVERE SU QUEL CAZZO DI MURO.
    SE POI NON E’ NESSUNO DI ISERNIA SAPPI TU CHE FAI IL GIOCO DELL’APPICCIA FUOCO CHE SEI UN COGLIONE DI MERDA.

    • Ultras della maglia Says:

      Non e’ di isernia. E’ di campobasso. Si legge il blog e riporta le cose cosi puo leggere i commenti loro dispregiativi e si sente fiero.

      Sappi che ogni copia e incolla tuo e’ un cazzo in piu’ per tua mamma. E se hai le palle scrivi sul blog invece di fare il guardone, complessato.
      Incolla sta cella.

  4. aesernia Says:

    X Goran:
    Domenica siamo riusciti a trovare un posticino dove si mangia a sbafo e addirittura il proprietario ti paga dai 30 ai 45 euri a magnata.

  5. ribelle di provincia Says:

    lasciate perdere le fregnate ripeto:

    7 euro a sciarpa + iva, + 2,50 per il logo + 50 euro x il programma.

    sciarpa tutta grigia con righe verticali bianche e azzurre sottili simbolo trifoglio e attorno in tondo scritta fans clan isernia.

    chi voglia partecipare mi faccia sapere

  6. ribelle di provincia Says:

    in 15 persone il tutto costerebbe 50 60 euro a testa più o meno avendo però poi a disposizione 3 sciarpe per uno.

  7. goran Says:

    MA QUALI TRIFOGLI E BANDE RIDATECI LE SCIARPE GREZZE E NON ALLA MODA!!! ASSENZA TI VOGLIO BENE ASSAI MA NON PENSI CHE LA PROSSIMA SCIARPA SAREBBE QUELLA IN PANNO DOPPIO PER IL VENTENNALE????

    E POI LA SCIARPA FANS CLAN 1990 LA DEVI FARE SOLO IN POCHI ESEMPLARI PERCHE’ MO SO ALTRI TEMPI.

    OGGI AL RITORNO DA CASERTA A SBAFO SUL TRENO , MA NON PER RISPARMIARE , PERCHE’ SENNO’ LO PERDEVO, EMOZIONI DI ALTRI TEMPI

    FERROVIE DELLO SBAFO!!!

    PS IL TRENO SEMBRAVA TOSSIC PARK SI VEDE CHE I ROM STANNO TUTTI DENTRO…..

    VENAFRO ROBBA!

  8. ribelle di provincia Says:

    infatti sarebbe solo per noi e qualche amico fammi sapere esce sul genere di sk potenza ..cmq ho capito che A TE APPENA SI PARLA DI SOLDI DA METTERE TI ESCONO I BRUFOLI NUOVI..QUINDI NON VOGLIO RESPONSABILITà O DENUNCE..POSSIBILI DA PARTE E MI FAI PAGARE ANCHE LE SPESE TIPO MARCHE DA BOLLO ETC ETC…

  9. ribelle di provincia Says:

    e infatti nn è a bande, ma con linee sottili cmq va beh..come se nn avessi detto nulla. adiossssssssssssssss

  10. goran Says:

    ribelle non arrabbiarti mica ho detto che l’idea fa’ schifo… anzi… e’ solo che e’ vero che l’inizio del fenomeno da noi ricreato ad isernia ha data 1990 ma farci una sciarpa con data mi sembra un po’ esagerato. magari una sciarpa con una frase o un motto che ci fa’ ricordare i tempi andati e nostalgica senza date e nome di gruppo per pochi intimi andrebbe meglio. a mio parere c’e’ solo cherokee- . ciao caro!

    fino a cedimento vodao non mi arrendo!!

  11. i.c.n. Says:

    AESERNIA CAPUT PENTRORUM

  12. marione Says:

    iat a fatecà

  13. Giovanni Says:

    Domenica in massa daiiiiiiii…usiamo gne gne come ariete e sfondiamo le reti del campo, almeno si vede bene la partita…

    SE NON VINCIAMO VI MASSACRIAMO!


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