La legge non è uguale per tutti


E’ datata 1 giugno l’ultima delibera dell’osservatorio, un ammasso di genialate che farebbero sorridere i tifosi se non fosse che, nonostante lo schifo generale che sta emergendo in questi giorni, sono ancora in tanti che per amore di una maglia sono comunque pronti  a seguire, incitare e tifare , sono pronti ad esultare e a piangere per una partita di pallone.

Analizziamo i vari punti di quest’ultima formidabile delibera.

ABBONAMENTI

Si conferma che solo chi sottoscrive la tessera del tifoso può acquistare un abbonamento. Opportunamente l’osservatorio “dimentica” di ribadire che la tessera dovrà essere slegata da qualsiasi circuito creditizio, a meno che non ne faccia richiesta l’utente.
CARNET PER NON TESSERATI
Lo scorso anno diverse società a partire dalla Roma, avevano aggirato l’obbligo della tessera per gli abbonamenti, vendendo dei carnet contenenti tutti i biglietti per le partite in casa, ad un prezzo agevolato. L’Osservatorio è intervenuto anche su questo, limitando il numero dei biglietti all’interno del carnet a 10.  Dunque una delle poche agevolazioni ottenuta dai tifosi viene fortemente limata

TRASFERTE
“I  biglietti  per  i  posti  destinati  ai  sostenitori  della  squadra  ospite  (“settore  ospiti”  e/o  altre  zone  dello  stadio  individuate  in  sede  di GOS) potranno essere venduti solo ai possessori di tessera del tifoso.
A differenza dello scorso anno non si fa più riferimento alla residenza come discriminante per identificare i tifosi ospiti, cosa succederà ora? Sarà una sciarpa o una maglietta a impedire l’accesso allo stadio?

“Per le gare con particolari profili di rischio o peculiari caratteristiche (esempio  derby)  l’Osservatorio  ed  il  CASMS  potranno,  ove necessario, fornire specifiche indicazioni ai soggetti interessati. 
Il fatto che sia stato scritto a chiare lettere che per partite particolari  ci saranno decisioni particolari, fa presagire che la tessera del tifoso non aprirà tranquillamente tutti gli stadi

“I biglietti posti in vendita in violazione della normativa di settore e/o  della  presente   determinazione  devono  intendersi  inutilizzabili  da  parte degli acquirenti/possessori e  pertanto non potranno consentire  l’accesso all’impianto.
Tutti sanno il caos che si è avuto quest’anno nell’acquisto dei biglietti, alla fine nonostante divieti e restrizioni i biglietti venivano venduti tranquillamente anche a chi non ne aveva diritto con il benestare delle società. Chi aveva il biglietto, nonostante residenze e cretinerie varie, entrava comunque negli stadi. Ebbene l’Osservatorio si è cautelato anche su questo punto, dando di fatto mandato agli steward di impedire l’accesso agli impianti anche se si è in possesso dei tagliandi.
Viene infine ribadita la possibilità per un tesserato di acquistare e portare in trasferta un amico non tesserato, a patto però che le società abbiano dato l’assenso a questa iniziativa. Facile immaginare come questo punto verrà tranquillamente disatteso dalle società esattamente come è successo lo scorso anno.

Ancora una volta quindi ci troviamo di fronte all’ottusità di chi non riesce a capire  che il calcio senza i tifosi è il niente, il calcio senza la passione vera di chi ancora si emoziona a vedere 11 persone vestite coi propri colori, è il nulla assoluto.
In un momento in cui emerge lo schifo totale del calcio giocato, un momento in cui si parla di corruzione fra i giocatori, di combine fra le società, in un momento in cui figc e squadre di calcio dovrebbero solo supplicare i tifosi di continuare a seguire questo  circo chiamato calcio, i cui attori principali continuano ad essere dei  pagliacci, ecco che invece l’osservatorio sportivo pensa bene di puntellare i paletti che limitano la libertà del tifoso, allontanandoli sempre di più da quello che una volta era lo sport più bello del mondo.[sportpeople.net]

-IN AGENDA SEGNATEVI QUESTO APPUNTAMENTO

Pubblicato su Ultras. 38 Comments »

38 Risposte to “La legge non è uguale per tutti”

  1. X Says:

    il 9 mettiamo a ferro e fuoco l hotel europa

  2. uomoparete Says:

    ora che la giunta è formata: GESTIONE DELLO STADIO SUBITO!

  3. marione Says:

    tutti contro marione…venite….ve sfonn…

  4. X Says:

    aesernia hai detto bene ” cadavere”. hihihi

  5. LEGIONE Says:

    C’era una volta una cicala imprenditrice, tutta diversa dall’altra cicala canterina. Questa lavorava sodo, eccome, faceva arredi per ristoranti, e che scic! Cristalli e marmi nel banco bar, gran design, modulistica e legno fino. Il made in Italy come vanto.

    C’era una volta una formica operaia, lavorava per la cicala, ironia della sorte, eh?

    Un brutto giorno la cicala chiamò quella formica, e altre 50 sue compagne, e gli disse: “Son spiacente, licenziate! L’efficienza vi ha dannate. Meno bocche qui al lavoro, per l’azienda è tutto oro!” Immaginate le formiche, il dramma.

    Cosa era successo? Era successo che poco tempo prima una cavalletta in giacca e cravatta si era presentata dalla cicala con una bella storia da raccontare. Parlava fino, e le disse “I dipendenti, pelandroni, sono come dei limoni. Tu non sai: ne spremi uno e due ne avrai!”. La cicala si era illuminata. “E’ vero!” aveva pensato, la produttività! ottimizzazione delle risorse umane! slimming down! outsourcing dove è possibile! Si fanno più arredi e si pagano meno stipendi! E così aveva fatto. Via 50 formiche, a casa.

    La voce poi si era sparsa, infatti quella cavalletta in cravatta era balzata da lì all’azienda del calabrone, poi a quella del coleottero, e poi a quella della coccinella, alla multinazionale della mantide, e via così per tutta la filiera nazionale… produttività! ottimizzazione delle risorse umane! slimming down! outsourcing dove è possibile! Sforneremo più prodotti, pagheremo meno stipendi!

    Una festa della modernità aziendale. Un funerale per le 50, più 400, più 34, più 98, più 311, più 1.032, più 23, più 67… e mille e mille altre formiche a casa, senza lavoro. No lavoro, no stipendio.

    Passa dunque un anno. Un bel giorno la nostra povera formica incrocia per la strada la cicala imprenditrice. E sorpresa delle sorprese: indovinate chi c’aveva un muso lungo da toccare in terra? un broncio cotto come una pagnotta bruciata? Era la formica? No. Era la cicala. Cosa mai era successo? “E’ successo che non so!!”, sbotta la cicala dopo un po’. “Non si vende un accidenti! Non si trovano clienti! Meno ordini i primi mesi, a fine anno siamo stesi!! La mia azienda è un modello! Si lavora a martello! Soldatini efficienti! Non si vedono indolenti… Ma lo stesso siam piantati, soprattutto i fatturati!” concluse stizzita.

    La buona formica si appoggiò al muro, e senza neppure guardare la cicala disse: “Licenziati, cassintegrati, tasche vuote, buie note. E se ci mancano i contanti chi li riempie i ristoranti? I coperti sono calati, i gestori desolati. L’arredo vecchio basta e avanza. Farlo nuovo? Si fa senza”.

    E se ne andò, aggiungendo non sonoro “Cogliona”. Almeno quello!

    (Nota dell’autore: adesso, mia cara cicala, chiama quelli incravattati della ‘produttività’ per vendere i tuoi arredi, e fatteli pagare con un testo di macroeconomia dal titolo “Le dinamiche della Domanda Aggregata”. Oppure accetta di capire che il dogma economico che ti vendono ogni giorno è una truffa, e che se ti studi i bilanci settoriali di Keynes, Kalecki e Godley capirai come salvare la vita della tua azienda, assieme a tutta l’occupazione necessaria a creare quel circolo virtuoso di investimenti, spesa e consumi per tornare a vendere e per dare reddito a chi ne ha bisogno, a tuo vantaggio. Noi siamo a tua disposizione

  6. lunga vita agli ultras Says:

  7. LEGIONE Says:

    brividi!! odio NAPOLI

  8. goran Says:

    A voi i soldi a noi la repressione, questa e’ la mera realta’

  9. Ultras della maglia Says:

    Ciao. Hai ragione, oggi ci suicidiamo.
    Vuoi farlo con noi?

  10. uomoparete Says:

    ragazzi stasera ci vediamo un po’ in sede così parliamo di possibili iniziative per l’emilia?

  11. MA QUALE SOLIDARIETA' VIA GLI ZINGARI DALLA NOSTRA CITTA' Says:

    esperimenti nucleari sulle case popolari 🙂

  12. seve màc 4 piciu Says:

    ciao big..

    a noi..niente?

  13. LEGIONE Says:

    il nostro onore e’ la fedelta’,riprendiamoci cio’ che e’ nostro! ” NATIO “.
    VOGLIO RINASCERE RURALE

  14. Alberto Says:

    Si può restare in D anche con pochi € !!!!!!!!!!!!!!!
    Basta non buttarli con giocatori che non contano nulla.
    Ma lì nella vostra provincia non potete far giocare i vostri ragazzi,
    che a mio avviso verrebbero anche gratis ne siete 20.000??
    Sono campionati di serie (D)…….

    • uomoparete Says:

      1° ieri ti chiamavi giovanni, oggi alberto. Dato che scrivi da Isernia e sei uno di quei 20.000…la provincia è anche la tua.
      2° fermo restando che la gestione tecnica della squadra non compete a noi, è quello che pensano tutti in questa città e che speriamo si faccia.

    • Ultras della maglia Says:

      Ehi albi, fatti vedere, attivati.da casa è bello..
      Ciao giovanni.

  15. devilsa Says:

    ma come cavolo ti viene… 🙂

  16. Ultras della maglia Says:

    Rubati un f15, raid veloce..

  17. Alberto Says:

    Scrivo su tutti i blog ultras Italia!!!!!

  18. LEGIONE Says:

    Non ha fatto in tempo a sbarcare dall’aereo e si è arrampicata, come di consueto, con il suo abitino firmato – da contratto – e i tacchi a spillo, sullo sgabello attorno al tavolone rotondo di Otto e Mezzo, su La7. L’aereo era quello proveniente da Chantilly, in Virginia, a un passo da Washington, dove l’anchorwoman (questa la definizione ufficiale sulla lista degli invitati) ha preso parte al consueto incontro riservato a banchieri, politici e mediatori di varia natura del Gruppo Bilderberg lo scorso 3 giugno.

    Ora, dal punto di vista giornalistico, dell’incontro la Gruber non può raccontarci nulla. Questi i patti cui si sottomette chi viene invitato. Solo i corrispondenti accreditati come tali possono farlo: quest’anno sono stati due giornalisti dell’Economist, cioè il giornale dei Rothschild. Come dire: gli unici che possono raccontare qualcosa sulla riunione sono pagati da uno degli organizzatori della stessa. Inutile commentare oltre.

    Ma gli altri giornalisti invitati, tra i quali appunto la Gruber, cosa vanno a fare a riunioni del genere?

    La risposta è molto semplice: vanno a prendere istruzioni. Certamente non sono invitati per discutere di strategie insieme ai vari Ceo delle grandi industrie o delle famiglie ai vertici dei centri di potere mondiale che partecipano al Bilderberg da decenni. Il motivo per cui sono invitati è un altro: personcine come la Gruber, hanno in mano, nel senso che le sono concessi, i fili di alcuni snodi importanti della comunicazione mediatica. Ovvero della propaganda.

    Se non è ovviamente un esponente della famiglia Rothschild, o Rockefeller, o di qualsiasi altro gruppo tra i (in fin dei conti) pochi che fanno parte di questa super classe globale che decide i destini del resto del mondo, ad andare in giro a parlare alle masse per convincerle che quello che si fa in quelle stanze dei bottoni è per il loro bene, è altresì vero che questo “sporco lavoro” qualcun altro deve pur farlo. E nello specifico, deve farlo qualcuno che sia percepito dall’opinione pubblica come credibile. La Gruber rispecchia in pieno l’identikit.

    D’ora in poi, ancora più di prima, sappiamo da che parte sta una delle giornaliste televisive più considerate del nostro Paese e a chi deve la sua carriera. Sappiamo perché cessa di condurre una trasmissione da una parte e subito trova il posto in una altra parte, e sappiamo soprattutto il motivo per il quale, in una delle tante trasmissioni che farà, non oserà mai fare una domanda fuori dagli schemi che le sono stati impartiti alla riunione del Bilderberg né inviterà mai qualcuno che tali schemi, invece, potrebbe far saltare con una frase appena pronunciata a favore di telecamera: visto che al Bilderberg non partecipa né mai parteciperà, e visto che non deve la sua carriera a nessuno dei più grandi criminali che invece a tali riunioni intervengono.

    Non è insomma un caso che la Gruber, fresca fresca di briefing su come è la situazione mondiale per i padroni dei vapore e su come essi intendano muoversi per il prossimo futuro, abbia aperto la settimana con un’intervista ad Ezio Mauro senza porre una sola domanda che sia una allo scopo di chiarire qualcuna tra le tante cose ridicole che il direttore de La Repubblica ha detto ieri sera nella puntata di Otto e Mezzo.

    Non una domanda in merito all’affermazione di Mauro secondo il quale «gli italiani di fatto hanno capito e accettato di dover fare dei sacrifici». Non una in merito al «vuoto politico» che c’è in Italia e che, sempre secondo il direttore del quotidiano «è indispensabile venga riempito dal Pd, che è già un partito nuovo per struttura e apertura verso la società civile».

    Del resto cosa avrebbe mai potuto chiedere, la Gruber? Avrebbe mai potuto chiedere a Ezio Mauro il motivo per il quale gli italiani dovrebbero accettare l’austerità e i sacrifici per pagare gli interessi a chi detiene la sovranità monetaria e la leva finanziaria, ovvero i privati proprietari della Bce e i grandi speculatori internazionali?

    Avrebbe mai potuto chiedergli in merito all’efficacia di battersi per una politica interna, di qualsiasi partito si tratti, quando le decisioni più importanti sono prese altrove?

    No, non avrebbe potuto. E infatti non lo ha fatto. Forte delle conoscenze e delle istruzioni apprese di recente in quel consesso, una sola domanda di questo tipo le avrebbe fatto perdere la possibilità di essere invitata alla prossima edizione del Bilderberg. E di sedere sulla prossima poltrona libera quando finirà il suo bel lavoro di propaganda a La7.

  19. LEGIONE Says:

    per il mio amico giornalista TAU! COME LO CHIAMA NOCCIOLA
    CHESS FA TU! NE PIU’ NE MENO!


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